mercoledì 31 maggio 2017

Uno studio sulle versioni popolari orali di Cappuccetto rosso, undici articoli

Uno studio sulle versioni popolari orali di Cappuccetto rosso, undici articoli

UNO STUDIO SULLE VERSIONI ORALI DEL RACCONTO DI CAPPUCCETTO ROSSO, DERIVATE PROBABILMENTE DA UN RACCONTO ENIGMATICO SULLA VITICOLTURA PER TALEE

LE VERSIONI DEL RACCONTO IN CUI IL LUPO, INCONTRANDO LA PROTAGONISTA, SI INFORMA QUALE PERCORSO SEGUIRÀ PER RAGGIUNGERE LA NONNA



Nella prima parte dello studio sulla favoletta di Cappuccetto rosso lo svolgimento dello studio ha preso in esame soprattutto le versioni scritte di Perrault e in certo senso dotte dei F.lli Grimm: e quando si dice dotte in relazione ai F.lli Grimm, ci si riferisce al loro riportare le fiabe ad un sostrato culturale germanico. E come si è visto la loro versione di Cappuccetto rosso prende molti caratteri dalla fiaba "Il lupo e i sette caprettini" ed inoltre mette il taglialegna, almeno nella ultima versione da loro proposta, al posto del cacciatore. Quindi l'operato dei F.lli Grimm riporta la fiaba alla ciclicità, che è alla base dell'antica religione germanica, in cui la morte di Odino, nella battaglia finale del Ragnarok, era fortemente distruttiva, ma foriera anche di un nuovo ordine.

martedì 30 maggio 2017

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

INTERPRETAZIONE DELLA FIABA NELLA VERSIONE DI CHARLES PERRAULT



E finalmente viene il momento di dire la nostra sulla versione del Perrault. Già si è detto abbastanza sulla possibilità che il racconto segua la traccia, modificandola, di qualche rituale antichissimo di tipo funerario. Ma molto probabilmente Charles Perrault non aveva in mente nulla del genere. Basta leggere attentamente la sua chiusa finale, ovvero la morale del racconto, per rendersi conto di quello che voleva dire a una platea di adulti. Anzi mi meraviglio che qualche altro studioso di fiabe non vi abbia posto l'accento. La morale finale in francese è la seguente:
On voit icy que de jeunes enfans,
Sur tout de jeunes filles,
Belles, bien faites et gentilles,
Font tres-mal d’écouter toute sorte de gens,
Et que ce n’est pas chose étrange
S’il en est tant que le loup mange.
Je dis le loup, car tous les loups
Ne sont pas de la mesme sorte :
Il en est d’une humeur accorte,
Sans bruit, sans fiel et sans couroux,
Qui, privez, complaisans et doux,
Suivent les jeunes demoiselles
Jusque dans les maisons, jusque dans les ruelles.
Mais, hélas ! qui ne sçait que ces loups doucereux
De tous les loups sont les plus dangereux !
Ho messo in evidenza "dan les ruelles" perché in questa espressione c'è la chiave delle intenzioni di Charles Perrault. Probabilmente Charles Perrault non apprezzò il movimento culturale dei Preziosi o il Preziosismo, che ebbe in Francia il suo maggiore sviluppo tra il 1640 e il 1660. In parole povere il Preziosismo costituì una delle manifestazioni letterarie del barocco, come in altri paesi il marinismo, l'eufuismo, il gongorismo. Il movimento fu caratterizzato da convegni conviviali che si svolgevano nei salotti di colte nobildonne( famoso il salotto di Madame de Rambouillet). Il movimento aveva o per lo meno si prefiggeva anche una liberazione della donna dal suo consueto destino, ovvero il matrimonio di convenienza o il convento, per le classi agiate. Le donne dovevano invece stare al centro della cultura e dirigere dei circoli letterari. Numerosi furono i salotti che aprirono le donne a Parigi ed effettivamente furono frequentati da letterati e artisti fino a quando l'aristocrazia non lasciò Parigi per seguire il re, trasferitosi nel 1682 definitivamente a Versailles.
Quello che è più importante per comprendere la chiusa finale del Perrault è che i "preziosi" e le nobili dame pervase da questa mania, amavano incontrarsi nella loro camera da letto(questo era il salotto) o meglio ancora nelle ruelles, cioè nello spazio fra il letto e la parete, per discutere di letteratura e dei costumi. Il riferimento al letto dove si trova il lupo travestito, come fosse una anziana donna, è palese. Questo movimento ebbe parecchi critici, fra cui Molière che nell'opera Le preziose ridicole li ridicolizzò. In queste ruelles si era presa l'abitudine a dibattere temi amorosi e le preziose, in un certo senso, furono le antenate del femminismo. Proposero notevoli modifiche al costume e alla legislazione correnti. Chiesero il divorzio, proclamarono il diritto alla infedeltà coniugale e l'amore libero, il controllo delle nascite, il disprezzo per la vita quotidiana che chiudeva le borghesi in cucina e presso le culle. 

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

IL COMPORTAMENTO DEL LUPO COME INDICE DI CIVILTÀ



Se il lupo mangia l'uomo o meglio le persone più fragili, ovvero le vecchie e i bambini, può questo fenomeno essere un segnale del grado di civiltà della cultura umana? Ritengo di si, nel senso che se il lupo aggredisce l'uomo è probabile che abbia cominciato a gustare la carne umana. E se questo è accaduto, probabilmente a monte, c'è da parte dell'uomo il costume di abbandonare i cadaveri, ovvero di non curarne la sepoltura o la distruzione per mezzo del fuoco. In questo senso il comportamento del lupo misura il grado di civiltà della cultura umana, quando vi si mette alla base il rispetto del cadavere, il rispetto per i componenti il gruppo, la famiglia e quindi il gruppo sociale, la famiglia stessa. Se degli uomini uccidono altri uomini nelle battaglie, come nelle faide, come negli attachi deliberati a villaggi vicini e poi non curano il seppellimento o la distruzione per mezzo del fuoco dei corpi, è chiaro che siamo ben lontani dalla civiltà. Oggi se scompaiono delle persone e non si trovano i loro corpi questo ci dice che nella mente delle persone che li hanno uccise c'è la paura della giustizia che potrebbe rivalersi e condannare i colpevoli. Ma quando non c'è nemmeno paura della giustizia, e le persone uccise vengono abbandonate, siamo a un punto di fortissimo degrado sociale. 

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

IPOTESI DELLA TRASFORMAZIONE DEL RACCONTO A PARTIRE DAI RITUALI FUNEBRI ENDOCANNIBALICI FINO AI RACCONTI DEL PERRAULT E DEI F.LLI GRIMM(5): LUPO E TAGLIALEGNA GLI ESTREMI, NIPOTE E NONNA I MEDIATORI; IL DEMONE GERMANICO LOKI VICINO AL LUPO DELLA FIABA GRIMMIANA



La fiaba popolare, il popolo, gli ultimi elaborano un racconto in cui tutto il "male" viene concentrato nel lupo e il bene in un cacciatore o nel taglialegna. La figura del taglialegna è anche nella versione del Perrault. Il taglialegna può essere considerato nelle due versioni l'anti-lupo. Nella versione del Perrault il lupo ha paura di esser visto dai taglialegna (accostabili al dio tricefalo dei Galli); in una versione dei F.lli Grimm, quella definitiva, il taglialegna apre la pancia al lupo. Quindi se dovessimo tracciare i personaggi estremi del racconto dovremmo riferirci al lupo e al taglialegna. I personaggi mediatori sono invece l'eroina e la nonna; ossia la vita che viene e la vita che se ne va. Il lupo ingloba i due personaggi femminili, ma il taglialegna diventa nei suoi confronti colui che lo fa partorire. Ma quale altro personaggio maschile nei miti nordici dell'Europa partorisce? E' il dio norreno Loki, un demone ambiguo bisessuale. Il divino cavallo ad otto zampe Sleipnir, il cavallo volante di Odino, con le rune incise sui denti, è stato generato da Loki trasformatosi in puledra e montato erroneamente dallo stallone Svaðilfœri. Fra l'altro Fenrir, gigantesco lupo della mitologia norrena, è nato dall'unione tra il dio Loki e la gigantessa Angrboða. Il nome di Fenrir significa probabilmente "Lupo della brughiera", o "Lupo della palude". Proprio questo lupo Fenrir, quando giungerà la fine del mondo, il Ragnarök, sarà tanto grande e forte da divorare lo stesso Padre di Tutto, Odino

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

IPOTESI DELLA TRASFORMAZIONE DEL RACCONTO A PARTIRE DAI RITUALI FUNEBRI ENDOCANNIBALICI FINO AI RACCONTI DEL PERRAULT E DEI F.LLI GRIMM(4): IL CARATTERE SOLITAMENTE CRITICO DEI RACCONTI POPOLARI VERSO LE CLASSI SUPERIORI, MA NELLA VERSIONE DEI F.LLI GRIMM IL LUPO ACQUISISCE UNA FUNZIONE QUASI CONSERVATIVA



Per solito la cultura popolare, i racconti popolari, il folklore sono la voce delle classi disagiate, degli schiavi, dei servi della gleba, del popolo delle campagne, del popolino dei quartieri bassi delle città. Lo sciamano probabilmente è una figura sacerdotale di un tipo di società senza classi o altrimenti di società organizzate in clan o in sette più o meno segrete che si contendono il potere. Da moltissimo tempo nelle società indoeuropee sono state al potere le classi dei guerrieri o dei nobili(tali perché si distinguevano dalla plebaglia, perché le origini delle loro famiglie erano chiare e ben delianeate). Accanto ai guerrieri stanno le caste sacerdotali. E poi vengono tutti gli altri. Guerrieri e sacerdoti quasi sempre in tutte le culture vanno d'accordo: e si aiutano vicendevolmente per fondare, ordinare le società. In linea di massima il racconto popolare, elaborazione narrativa delle classi non al potere, è critico nei confronti di guerrieri e soprattutto dei sacerdoti che giurano sulla benevolenza dei loro dei nei confronti di coloro che credono e fanno loro sacrifici. Ma i miserabili di certo non potevano permettersi di fare dei sacrifici pari a quelli dei ricchi, dei capi, dei più abbienti.

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

IPOTESI DELLA TRASFORMAZIONE DEL RACCONTO A PARTIRE DAI RITUALI FUNEBRI ENDOCANNIBALICI FINO AI RACCONTI DEL PERRAULT E DEI F.LLI GRIMM(3): L'IPOTESI DEL LUPO COME DEMONE DELLA MORTE, E L'IPOTESI AGRARIA CONNESSA ALLE ANTICHE FESTE GERMANICHE



Si potrebbe ipotizzare come racconto d'origine anche una storiella imperniata sulla figura e sulla sorte della nonna. Fino a qual punto la nonna è malata? Perché la figlia con il tramite della fanciulla le manda pane e burro? Questo dono può essere considerato una risorsa magica per risollevare persone ritenute molto malate e quindi molto prossime alla morte? Se la risposta fosse positiva si potrebbe congetturare che il lupo sia una sorta di demone della morte e non uno sciamano. La gara tra il lupo e la fanciulla è fondamentale per stabilire la sua sorte. Se arriva prima dalla nonna la fanciulla col dono, allora la vecchia si guarirà; se invece arriva prima il lupo, il demone della morte, cannibale per possessione magica, la nonna sarà sua preda e nonna e lupo saranno una sola persona. Nella fiaba, almeno nelle due versioni di Perrault e dei Grimm, avviene che il lupo arrivi prima e quindi la nonna diventa una cosa sola col lupo, ovvero un cadavere vivente a sua volta cannibale. In questa ipotetica storia d'origine il sesso non c'entra, è soltanto accessorio alla possessione demoniaca? Se invece fosse fondamentale la parte sessuale questa storia ipotetica d'origine lascierebbe comunque le porte aperte alla significazione agraria. In questo caso la nonna dovrebbe essere associata alla terra sterile e la fanciulla alla terra vergine. In questo caso però il lupo non sarebbe più lo spirito o mostro cannibale della morte, ma bensì il demone, uno degli attori principali che impersonifica la natura o il bosco che s'impossessa della terra abbandonata. E questo è il primo passaggio. Il secondo passaggio sarebbe una commistione tra lupo-bosco-terra abbandonata e fanciulla-terra vergine, ovvero sarebbe il rito centrale, permeato da una magia di tipo caotico-simpatico, che va dalle oscenità e dai travestimenti alle danze orgiastiche, da pantomime di carattere sessuale ai finti combattimenti, dalle feste augurali con consumo abbondante di cibo(orgia alimentare) al ritorno dei morti. E questi caratteri li hanno due feste germaniche, la festa del sacrificio di Frey e la festa del Jul cui si rimanda

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

IPOTESI DELLA TRASFORMAZIONE DEL RACCONTO A PARTIRE DAI RITUALI FUNEBRI ENDOCANNIBALICI FINO AI RACCONTI DEL PERRAULT E DEI F.LLI GRIMM(2): LA FIABA RIELABORATA E AMBIENTATA IN UNA CULTURA IN CUI SI PRATICAVA LA PATROFAGIA E SI AVEVA IL TERRORE DEGLI SPIRITI



In un lontano paese molto freddo in cui non esistevano le tombe per i parenti deceduti viveva una bambina con la madre. Avevano un piccolo podere dove allevavano qualche animale. Con i prodotti del loro piccolo allevamento barattavano al mercato altro tipo di cibo e qualche capo di abbigliamento. La bambina aveva una nonna, la madre della madre. Ma la nonna non stava con la figlia e la nipotina. C'era infatti l'uso che una donna col matrimonio andasse a vivere con lo sposo in una tenda presso il gruppo di famiglie dell'uomo. La nonna abitava oltre il bosco e aveva un orto dove coltivava delle piante medicinali. Faceva la fattucchiera e vendeva tisane e altri intrugli. La nonna voleva molto bene alla nipote e le aveva inculcato la passione per le piante medicinali e per i fiori, per questo l'aveva chiamata Fiorella. La nonna era tenuta in grande considerazione nelle contrade vicine, conosceva molto bene le proprietà delle piante che coltivava e le sue ricette quasi sempre facevano un buon effetto nei malati. Per questo era temuta anche dallo sciamano. Infatti i paesani per guarire da certe malattie prima si rivolgevano a lei e solo dopo allo sciamano. Ma gli anni passavano e mentre la bambina cresceva e diventava una bellissima fanciulla, la nonna invecchiava e purtroppo si ammalava seriamente. Le sue stesse erbe, le sue tisane più miracolose non la guarirono. Anche l'intervento dello sciamano non la fece ritornare in salute. A questo punto, secondo gli usi di quella contrada, bisognava pensare alla sua dipartita. Doveva essere uccisa prima che si trasformasse in uno spettro cannibale. Una volta uccisa, o veniva bruciata nel rogo, oppure doveva essere fatta a pezzetti e mangiata. Era possibile che chi la mangiasse potesse acquistare le sue capacità, le sue conoscenze, la sua magheria. La madre della fanciulla non aveva interesse alcuno a prendere le sue doti magiche. Allora organizzò le cose in modo che la figlia potesse acquistare le doti della nonna. Si mise d'accordo con lo sciamano per uccidere la madre molto malata. Lo sciamano era stato anni prima anche il suo amante. Lo sciamano era interessato ad acquistare anche la magheria della donna malata e levandola di mezzo sarebbe rimasto l'unico guaritore delle contrade vicine. La madre di Fiorella disse allo sciamano di stare in agguato la mattina dopo nei pressi della sua tenda; ella avrebbe dato a Fiorella una forma di pane e una formetta di burro da portare alla nonna malata. Quello era il segnale per procedere e attuare il piano. Lo sciamano, capace di trasformarsi in lupo, doveva accertarsi che Fiorella si stesse dirigendo con la forma di pane e la formetta di burro verso la tenda della nonna che stava dopo il bosco. Doveva precederla di molto nella visita alla malata. Quindi uccidere la nonna e farla a pezzetti e consumarla in parte. Poi doveva acconciarsi come fosse stata la nonna e accogliere Fiorella nella tenda, offrendogli come cibo rifocillante la carne e il sangue della nonna, oppure trasmetterle con la saliva, ancora intrisa del sangue della fattucchiera, le sue capacità e la sua magheria. Lo sciamano era d'accordo e sapeva bene come fare perdere del tempo a Fiorella in modo da precederla di molto, certo il coraggio non gli mancava, non per nulla aveva le viscere di pietra donategli nella sua morte iniziatica dal suo spirito protettore. Ma aveva fatto un pensierino a Fiorella e voleva pure possederla sessualmente. Chi non l'avrebbe fatto visto che non ci sarebbero stati occhi indiscreti? Per questo si era pure attrezzato, considerato che aveva i suoi annetti. Tutto aveva prestabilito in ogni dettaglio: aveva pure curato di prendere una sostanza che fertilizzava le piante, conosciuta, preparata e venduta pure dalla nonna di Fiorella, che aveva anche l'effetto di resuscitare gli impotenti, inoltre aveva preparato un sonnifero da mettere nel sangue della nonna da offrire a Fiorella, in modo da rendere molto vaghi i suoi ricordi di quanto fosse accaduto. Ma un particolare non funzionò. Lo sciamano riuscì a trasformarsi in lupo prima di incontrare Fiorella che andava dalla nonna. Ma dopo aver ucciso e divorato parte della vecchia donna, dimenticò forse la formula per ritornare in forma umana, oppure fu preso da una frenesia inspiegabile e allora dimostrò il trasporto per la bella Fiorella, mezza addormentata, morsicandola e divorandola poco alla volta.

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

IPOTESI DELLA TRASFORMAZIONE DEL RACCONTO A PARTIRE DAI RITUALI FUNEBRI ENDOCANNIBALICI FINO AI RACCONTI DEL PERRAULT E DEI F.LLI GRIMM(1): I POPOLI CHE PRATICAVANO LA PATROFAGIA, I RACCONTI POPOLARI CON LA PROVA CANNIBALICA



Lasciando perdere le iniziazioni femminili, poco studiate dagli etnologi, probabilmente perché gli informatori non li consideravano di pari valore a quelli maschili, si può agevolmente ricorrere a quello che raccontavano Erodoto e altri antichi scrittori su alcune popolazioni che praticavano l'endocannibalismo come un rito funebre. Dice Erodoto che i Massageti(I,26), tribù scitica stanziata nelle steppe a nord della Persia, immolavano i propri anziani per pietà e ne consumavano le carni insieme a quelle di animali sacrificati. Ancora Erodoto riferisce della consumazione delle carni dei vecchi uccisi presso i Padei(III, 99). Secondo Strabone(XV, 1, 56) i Derbicchi dell'Iran settentrionale macellavano gli uomini ultrasettanttenni e li mangiavano. A livello etnologico la patrofagia (endocannibalismo rituale) è molto documentata. Per il Volhard (Il cannibalismo, Bollati Boringhieri) la patrofagia nasce dal dovere di pietà dei sopravvissuti verso il parente anziano e prossimo a morire. I figli hanno l'obbligo di mangiarne le carni o, dove tale pratica è venuta meno, di curare che altri le mangino. La particolarità di tale consuetudine sta nel fatto che non si attende la morte del consanguineo, ma essa si previene mediante uccisione cerimoniale. 

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

L'ASSOCIAZIONE NEL FOLKLORE EUROPEO TRA L'ULTIMO COVONE E LA VECCHIA O IL VECCHIO, E TRA L'ULTIMO COVONE E UN ANIMALE CHE SPESSO È IL LUPO



J.G.Frazer( Il ramo d'oro, Dee del grano nell'Europa settentrionale) riferisce moltissime tradizioni intorno alla mietitura del grano o della segala. In occasione della mietitura in moltissimi villaggi si svolgeva tra coloro, uomini e donne, che legavano i covoni di segale o grano, una gara a chi faceva prima il suo lavoro. C'era la credenza, in alcuni casi, che nell'ultimo covone, che veniva legato, andasse a nascondersi lo spirito del grano. In alcune regioni lo spirito del grano o l'ultimo covone si chiamava la Nonna, in altri villaggi lo spirito del grano, si chiamava col nome di un animale, e fra questi animali c'era pure il lupo, specie in Germania, in Francia e nei paesi slavi. L'operaio che faceva l'ultimo covone si diceva che ammazzasse il lupo. In varie parti del Mecklenburgo, dove la credenza nel lupo del grano è particolarmente forte, tutti han paura di tagliare l'ultimo grano perché dicono che vi è seduto dentro il lupo; ogni mietitore si sforza, quindi, quanto può a non restar l'ultimo e ogni donna ha paura similmente di legare l'ultimo covone perché « ci sta dentro il lupo ». Così, tanto tra i mietitori che fra le legatrici c'è una gara per non rimanere ultimi. In Germania sembra che sia generalmente un detto comune che « il lupo sta nell'ultimo covone ». In alcuni luoghi gridano al mietitore: « Attenti al lupo ». Oppure dicono: « Sta cacciando il lupo dal grano ». Nel Mecklenburgo l'ultimo gruppo di spighe in piedi si chiama esso stesso « il lupo » e l'uomo che lo taglia « ha preso il lupo », e chiamano l'animale il lupo della segale, del frumento, dell'orzo, a seconda del cereale! Il mietitore dell'ultimo grano si chiama esso stesso il lupo o il lupo della segale se il raccolto è la segale. In molte parti del Mecklenburgo deve sostener la sua parte fingendo di mordere gli altri mietitori o urlando come un lupo.

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

IL LUPO E I SETTE CAPRETTI, L'INDICAZIONE TEMPORALE DI UN PERIODO MAGICO-SIGNIFICATIVO, IL MAGGESE LUNGO PASSIVO



C'è una fiaba nella raccolta di fiabe dei F.lli Grimm che narra una storia che ha qualche somiglianza con quella di Cappuccetto Rosso. Gli studiosi della scuola diffusionistica, Aarne e Thompson, li mettono insieme nel Tipo 333. In questa fiaba il lupo, dissimulando la parte della madre capra, riesce a farsi aprire la porta di casa in cui erano custoditi i sette capretti. Questo nonostante che la capra madre avesse raccomandato ai figli di non aprire ad alcuno. La porta viene aperta e i capretti scappano e cercano un rifugio per sfuggire al lupo, ma sei capretti vennero scoperti e divorati; solo il settimo, probabilmente il più piccolo, si salvò perché, nascostosi nella cassa dell'orologio a pendolo, non fu scoperto dal lupo. Ma l'orologio indica il tempo e il numero dei sette capretti è significativo da un punto di vista magico-temporale. In tantissime fiabe e anche racconti sacri suona la cantilena dei sette anni di sofferenze, di carestie, di patimenti. Quindi il lupo potrebbe rappresentare quel tempo necessario affinché una terra, non più fertile, ritorni alla fertilità. La fiaba riporta anche una indicazione relativa ai cereali con cui si fa la farina e l'impasto del pane. 

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

LA STRUTTURA DIACRONICA DEI LUPERCALIA



Ci sono oggi dei modi di dire che risentono fortemente di culture antecedenti. Per esempio dire "otto giorni oggi ci rivediamo" per indicare lo stesso giorno della prossima settimana è come usare la settimana di otto giorni degli antichi Romani, il nondinum, che significa (periodo) di nove giorni perché sia i Greci sia i Romani contavano sia il giorno di inizio sia il giorno finale. Oggi sarebbe più giusto dire "ci vediamo fra sette giorni" per significare che ci si rivedrà lo stesso giorno della prossima settimana. Ma il modo di dire "fra otto giorni" o "otto giorni oggi" si usa ancora. Sia che il modo di dire dipenda dalla settimana romana nondinum, sia che dipenda dal fatto che si contino e il giorno iniziale e quello finale, ci troviamo di fronte a una inesattezza. Altri modi di dire sono poco aderenti alla realtà per altri motivi. Per esempio dire oggi che una qualche cosa si farà alle "calende greche" per significare che piuttosto non la si farà è oggi un azzardo, in quanto si rischia moltissimo di non essere compresi. 

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

I LUPERCALIA DEI ROMANI

Non è facile trovare traccia di questi passaggi di uso, dei campi e dei territori in cui veniva praticata l'agricoltura, connessi al lupo. Probabilmente in certi territori il lupo fu sostituito dal cinghiale, oppure per esempio nella Grecia antica il maggese fu opera di una dea, Demetra, che aveva subito uno stupro, oppure il ratto della figlia. Presso gli Etruschi nella Tomba dell'Orco a Tarquinia è raffigurato Ade barbato con elmo a testa di lupo, con un serpente nella sinistra, mentre con la testa accenna al gigante Gerione tricipite (Kelun). Persefone è in piedi con la chioma irta di serpentelli. Si tratta degli dei, Ades e Persefone, che presiedevano al regno della morte, ma erano anche connessi mistericamente alla fecondità della terra. Per fortuna gli antichi hanno conservato dei rituali antichissimi che anche coloro che ci hanno tramandato non riuscivano a spiegare in maniera completa. Poi ci sono le fiabe e i racconti popolari in cui c'è traccia, pur con tutte le modifiche e le trasposizioni di senso che comporta il tramandamento orale, dei riti e dei miti antichi. Poiché ho intravisto nel rito romano dei Lupercalia un riferimento agli antichi passaggi di uso dei campi, li riporto di seguito.

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

IL LUPO NELLE CULTURE CHE PRATICAVANO UNA AGRICOLTURA PRIMORDIALE



L'agricoltura o cerealicoltura primordiale secondo gli studiosi prese piede nel territorio della "mezzaluna fertile", cioè nella vasta area del Medioriente che si estende dalla penisola del Sinai e dal delta del Nilo fino agli odierni territori dell’Iraq, Palestina, Libano e Turchia intorno al 10.000 a.C. in età neolitica. Secondo l'ipotesi di Gordon Childe una primitiva cerealicoltura, essendo le pratiche agricole piuttosto precarie e poiché ciò inizialmente causava un rapido esaurimento del terreno, non poteva essere stata che un'agricoltura itinerante di popolazioni seminomadi costretti a spostarsi periodicamente su altri territori alla ricerca di terreni fertili. Del resto, per valorizzare la sua tesi, Childe fa pure riferimento al sistema cerealicolo del "taglia e brucia" che si praticava ancora in qualche paese nel XVIII secolo. In effetti la cerealicoltura ebbe maggiore rilevanza di tipo alimentare quando si pensò all'occupazione permanente di un territorio. Se questo territorio veniva diviso in tot parti e queste parti si coltivavano anno dopo anno secondo una certa rotazione, non ci sarebbe stato più bisogno di spostarsi. 

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

IL CULTO DELLE PIETRE PRESSO I LAPPONI, IL RACCONTO LAPPONE: L'UOMO CHE FU INFEDELE AL SUO DIO



Proprio presso le popolazioni dei Lapponi o meglio nelle loro antiche tradizioni, considerato che da qualche tempo i Lapponi sono cristiani, è stata segnalata l'importanza delle pietre e delle montagne sacre nel loro culto e nella loro mitologia. Si chiama Seida oppure Seite o Sieide qualsiasi oggetto carico di numinosità o di potenza, perché sede di manifestazione degli spiriti. In particolare i blocchi di roccia divengono vere e proprie teofanie o litofanie che i Lapponi adoravano in vario modo. Sui sentieri delle renne, sacrificavano alle rocce per assicurarsi la moltiplicazione delle mandrie. Sulle rive dei laghi stavano seida dei pesci in forma di pietre particolari per il colore o per il loro aspetto lucido (quarziti) e che assumevano molte delle funzioni proprie del Signore degli animali: ovvero del regolatore delle specie commestibili e del responsabile della loro prolificità. 

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

IL DIVORAMENTO E IL TRAVESTITISMO NELLE INIZIAZIONI TRIBALI



Le iniziazioni femminili nelle società di interesse etnologico esistono, ma spesso gli studiosi, probabilmente per la reticenza degli informatori, le hanno studiate ben poco. Il più delle volte nelle iniziazioni femminili le iniziande vengono sottoposte a piccole incisioni e scarificazioni. In molte culture africane le ragazze ad una età che corrisponde al periodo successivo alla prima mestruazione vengono sottoposte a clitoridectomia e infibulazione. Ma l'eroina della nostra fiaba è nordica ed ha a che fare col lupo che non è certo tipico dell'Africa. Si può inquadrare il racconto di Cappuccetto rosso come fosse il relitto di una iniziazione femminile tribale? Gli indizi ci sono e la fanciulla per quel mantello rosso sembra sia prossima o abbia superato la prima mestruazione. Nelle iniziazioni tribali di solito veniva fatta una pantomima di un divoramento e di un successivo rovesciamento.

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

PIETRE NELLO STOMACO DELL'INIZIANDO NELLE INIZIAZIONI PER SCIAMANO



Lo sciamano è essenzialmente un intermediario tra gli uomini e gli spiriti, tra il mondo di quà e il mondo di là. Per la capacità di spostamento della sua anima è anche un guaritore di quelle malattie la cui causa, è ritenuto, sia l'allontanamento dell'anima dal corpo del malato. Lo sciamano, una forma di sacerdozio, è o era diffusa fino a non molto tempo fa in Siberia, nell'alto settentrione dell'Europa e nell'America settentrionale, forma sacerdotale non esclusiva, però, perché nelle aree in cui è diffuso lo sciamanesimo, anche il capofamiglia svolge alcune funzioni rituali. Lo sciamanesimo per solito insiste in culture di cacciatori, raccoglitori e pescatori e in culture di cacciatori che sono anche piccoli allevatori e probabilmente anche in culture, che pur mantenendo la caccia e la raccolta come risorse principale, adottano una agricoltura primordiale. Per accedere alla condizione di sciamano l'iniziando deve superare una prova iniziatica che ne mette a dura prova la resistenza psicofisica. Infatti l'iniziazione sciamanica si differenzia dalle altre per l'impressionante intensificarsi dei riti e soprattutto della parte di questi che riguardano le prove di sofferenza.

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

ALLA RICERCA DELLA PIETRA SIMBOLO DELLA STERILITÀ



I simboli non sono qualcosa di universalmente valido in tutte le epoche e presso tutti i popoli e le culture. Il simbolo è ben definito nello spazio e nel tempo. Si sono trovati nella leggendaria Grecia arcadica degli uomini che erano definiti uomini-lupi o lupi mannari, abbiamo visto che rispettavano un ciclo di otto anni solari o di 99 cicli lunari. Pure dislocato nell'antica Arcadia era il re Licaone che uccideva un figlio o un nipote oppure ancora un prigioniero per fare libagioni di sangue agli dei. Ma l'Arcadia è a due passi dall'Elide(sono due regioni del Peloponneso) e nell'Elide a Olimpia, o meglio accanto, sul monte Crono(Goffredo Bandinelli, Enciclopedia italiana 1931, voce Crono), vi era il culto a Crono più importante in Grecia, ove ogni 4 anni venivano celebrate le Olimpiadi, gli agoni più importanti di tutto il mondo greco. 

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

ALLA RICERCA DELLA PIETRA SIMBOLO DELLA STERILITÀ



I simboli non sono qualcosa di universalmente valido in tutte le epoche e presso tutti i popoli e le culture. Il simbolo è ben definito nello spazio e nel tempo. Si sono trovati nella leggendaria Grecia arcadica degli uomini che erano definiti uomini-lupi o lupi mannari, abbiamo visto che rispettavano un ciclo di otto anni solari o di 99 cicli lunari. Pure dislocato nell'antica Arcadia era il re Licaone che uccideva un figlio o un nipote oppure ancora un prigioniero per fare libagioni di sangue agli dei. Ma l'Arcadia è a due passi dall'Elide(sono due regioni del Peloponneso) e nell'Elide a Olimpia, o meglio accanto, sul monte Crono(Goffredo Bandinelli, Enciclopedia italiana 1931, voce Crono), vi era il culto a Crono più importante in Grecia, ove ogni 4 anni venivano celebrate le Olimpiadi, gli agoni più importanti di tutto il mondo greco. 

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

IL LUPO NELLA CULTURA GRECA



In epoca greco-romana il lupo è un animale pericoloso per le greggi. Basta leggere le favole di Esopo per rendersene conto. Ma l'uomo ha a disposizione il cane per difendere le greggi. E ci sono alcune favole di Esopo in cui i lupi cercano di convincere i cani a lasciarli entrare nell'ovile per poi dividersi le pecore e mangiare insieme a sazietà. In altre favole i lupi mandano un'ambasceria alle pecore per invitarle a non farsi custodire dai cani affermando che essi sono i responsabili delle loro relazioni ostili. Nelle favole di Esopo si ammonisce a non fidarsi dei lupi, malvagi per natura, anche quando sembrano inoffensivi. Nella favola 229 (Esopo, Favole, Rizzoli, 1988) un lupo seguiva un gregge senza far nulla e mai tentando una rapina. Allora il pastore, che prima era sospettoso, si convinse che quel lupo potesse essere un buon custode del gregge. 

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

Uno studio sulla fiaba di Cappuccetto rosso, 20 articoli

UNO STUDIO SULLA FIABA DI CAPPUCCETTO ROSSO, ENDOCANNIBALISMO E PATROFAGIA, L'AGRICOLTURA PRIMITIVA E IL LUPO, PASSANDO PER I LUPERCALIA

PREMESSA: LE POSSIBILI CHIAVI DI LETTURA DEL RACCONTO, LA STORIA DELLE RELIGIONI, IL FOLKLORE. BISOGNA RISALIRE AI RITI ANTICHI( E POSSIBILMENTE AI MEZZI DI PRODUZIONE LORO CONNESSI) DETERIORATISI NEL CORSO DEI SECOLI QUANDO FURONO OGGETTO, INSIEME AI MITI LORO CONNESSI, DI RACCONTI PROFANI PIÙ O MENO IRONICI, PIÙ O MENO ENIGMATICI, PIÙ O MENO EDIFICANTI NEI VARI CONTESTI IN CUI ALLIGNARONO

sabato 13 maggio 2017

Interventi di Gianfranco La Grassa: UNA NUOVA GUERRA FREDDA?

Interventi di Gianfranco La Grassa: UNA NUOVA GUERRA FREDDA?

Oggi, posizioni come quelle lepeniste e leghiste (con simpatie confusionarie sia verso Putin che verso Trump) non sortiranno effetti di autentica autonomia. 
Dopo la strategia direttamente aggressiva (Bill Clinton e Bush: Serbia, Afghanistan, Irak), dopo quella del caos (Obama-Hillary Clinton: annientamento della Libia di Gheddafi, liquidazione di regimi amici in Egitto e Tunisia, tentativo di “libizzazione” della Siria, al momento sventato dai Russi), abbiamo adesso la strategia della “imprevedibilità” di Trump con scelte contraddittorie per confondere gli avversari. Gli Usa restano però sempre gli Usa – pur divisi all’interno tra gruppi obamiani e trumpiani, che pensano in modo differente e forse regoleranno infine i conti fra loro – cercando in ogni caso la strada migliore per restare i dominatori del mondo. Si deve stare con la Russia – in quanto paesi indipendenti – ed essere ostili a qualsiasi strategia o tattica inventata dai differenti establishment americani.

martedì 2 maggio 2017

MIDI-MITI-MICI .it,
Musica MIDI da ascoltare, Miti da pensare, Accorti come i Mici Tutti i giorni

Tutti i giorni News di
Cronaca Politica Sport Finanza Cultura Lavoro

lunedì 1 maggio 2017

Interventi di Gianfranco La Grassa: ALCUNE VERITA’ CHE SEMBRANO DIMENTICATE

Interventi di Gianfranco La Grassa: ALCUNE VERITA’ CHE SEMBRANO DIMENTICATE



Il predominante (evidentemente gli Usa) deve essere contrastato e si deve arrivare al punto che esso si trovi nella situazione di rischiare tantissimo insistendo sulla sua prepotenza e arroganza. Non si ottiene questo risultato se non con l’unione degli sforzi di alcuni altri paesi, in cui si verifichi la presa del potere da parte di forze politiche capaci di decisa autonomia e di collegarsi fra loro in funzione anti-predominante.